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Il mondo del lavoro e il covid-19: cosa è cambiato e cosa cambierà?

Redazione

Dopo marzo 2020 il mondo è cambiato e il mercato del lavoro ha subito conseguenzialmente una diversificazione strutturale.

I dati statistici attestano che ci sarà una diminuzione del PIL italiano alla fine di questo anno e questo perché la pandemia ha costretto molte realtà imprenditoriali a chiudere. Non sono state sacrificate, dunque, solo le piccole e medie imprese, ma anche i grandi marchi hanno dovuto tenere in considerazione la scarsità di liquidità e la difficoltà di mantenere una forza lavoro in grado di alimentare l’impianto industriale.

INTELLIFORM E IL MONDO DIGITAL

Così come le grandi imprese, anche le più piccole hanno dovuto rivoluzionare il proprio campo d’azione e la modalità di lavoro. La principale innovazione è stata data dallo smart working a cui non tutti erano abituati. 

Lavorare da remoto ha avuto un duplice effetto: da una parte ha permesso il distanziamento sociale, dall’altro ha portato a riprogettare la modalità di lavorare e di come concepire il proprio lavoro. Innanzitutto sono servite delle nuove regole da rispettare e nonostante si fosse a casa propria, è stata proprio la cultura lavorativa a essere cambiata.

L’impatto maggiore post Covid-19, comunque, è stato riscontrato nella formazione, ambito probabilmente meno predisposto al cambiamento e/o al cambiamento repentino.

Noi di Intelliform ci siamo adeguati alle nuove disposizioni mettendo a disposizione le nostre esperienze e il nostro team per le esigenze dei nostri clienti. Abbiamo anche trasportato i nostri corsi in rete mantenendo sempre vivo il rapporto tra docente e discente. Con webinar e collegamenti con gli esperti di ogni settore, abbiamo infine abbattuto le barriere e accorciato le distanze. Questa nuova modalità di formazione continuerà ad essere tra le più utilizzate, con tecnologie sempre più consolidate e metodi di studio più pragmatici.

COSA ACCADRÀ ADESSO E COME CAMBIERÀ IL MONDO DEL LAVORO ?

Sicuramente ciò che tutti si augurano è che la normalità sia il prima possibile raggiunta, ma con i nuovi casi di contagio il mercato del lavoro potrebbe subire un’ulteriore scossa destabilizzante. Quindi, le aziende, devono premunirsi e tener presente di dover riprogettare nuovamente le condizioni dei propri dipendenti e la propria cultura lavorativa. Una maggiore responsabilizzazione delle risorse e un’autonomia delle stesse, prevedendo anche il lavoro da remoto, sarà tra le prime azioni da valutare, insieme al raggiungimento degli obiettivi e all’indice di occupabilità.

Inoltre, il 7 settembre Il Presidente del Consiglio ha emanato un nuovo decreto che proroga al 7 ottobre le misure precauzionali per contrastare e contenere il diffondersi del virus e tutte le disposizioni che ogni azienda deve attuare in caso di possibile contagio. La possibilità di lavorare in  modalità smart working resta a disposizione della singola azienda, tenuto in considerazione l’uso di mascherine e sanificazione ambientale costante.

DA SAPERE…

Sicuramente ciò che c’è da sapere è che il lavoro dovrà ripartire, innanzitutto per far fronte alle perdite subite durante il lockdown e poi per garantire alle risorse umane la possibilità di continuare a svolgere il proprio mestiere. Un passo è stato già compiuto dal governo relativo allo stop alle causali per le proroghe o per i rinnovi dei contratti, ma la strada è ancora lunga. 

Bisognerà sicuramente adeguarsi alla spinta di cambiamento che questo periodo ha portato nel mondo del lavoro e della società in generale, ma senza disperare. Anzi, sarà necessario lavorare sul potenziamento delle competenze delle persone e sulla riconversione di alcune figure professionali a favore di nuove figure che stanno emergendo dal cambio dei paradigmi lavorativi.

Per questo il mondo digitale uniti a una certa malleabilità e adattamento professionale potrebbe essere un primo passo da fare.

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